martedì 4 marzo 2014

Risiko II (se nessuno vuole giocare con te)





Avevo già parlato di una forte volontà della Russia di aprire un banco delle trattative con l’Europa.
Cosi si apre la partita, si aumentano le tensioni invadendo la Crimea, si garantisce che l’invasione dell’Ucraina sarà una extrema ratio per difendere la minoranza russa.
Key words: interazione tra i giocatori.
La Russia con la sua strategia manifesta la sua volontà di dare il via ad una situazione competitiva. A differenza di come si crede, non sempre il manifestare ostilità coincide con l’ingresso in “gioco” la altri giocatori, soprattutto se essi possono scegliere di non intervenire nel gioco stesso.
In other words…

Se la Russia vuole aprire, come detto in “Risiko e Crimea” mio precedente articolo, un banco di trattative con l’Europa lasciando fuori gli USA deve assicurarsi che l’Europa nella sua impotenza non si giri dall’altra parte, deve costringerla a sedersi al banco delle trattative. L’intervento concreto dell’Europa è una tappa imprescindibile della strategia russa, se non c’è scatta il limbo.
Per evitare un increscioso stallo della situazione, ferma su equilibri sconvenienti per tutte le nazioni, la Russia sa che deve tenere alta l’entropia del sistema. Diversamente tutto finisce per rallentare a tal punto che ogni manovra possibile diventa goffa e inconcludente. Insomma, anche per chi non è pratico di queste cose appare chiaro che se i russi rimangono la fermi a prendere il sole dopo un po’ l’attenzione mediatica scema. Se l’attenzione cala i tempi si allungano. Se invece ogni giorno io faccio in modo che ci siano degli sviluppi rilevanti la pressione rimane e la guardia è alta.
La Russia adotterà diversi sistemi per tenere alta l’attenzione mediatica, fino a quando anche un bambino di 3 anni chiederà “papà perché non facciamo nulla?”
Eh figliolo siamo inerti, l’Europa è farlocca e gli USA fanno finta di avere ancora un briciolo di capacità diplomatica.  

Questi sistemi stanno già venendo applicati. Cominciamo con quella che io amo chiamare Volatilità della tensione (Vassili©). Il principio è quello di tenere la tensione costante ma alta la “volatilità”, insomma alzarla e abbassarla ad intermittenza lasciando la situazione praticamente invariata. Ammasso truppe, poi le faccio tornare indietro ottenendo ritmici gridolini isterici e facce distese. Solo che questo lo sappiamo io e forse Dio, quindi per ogni scoreggia troverete il tizio che urlerà alla crisi che farà da “santorsola” del vaso di Pandora. Che provocherà raffreddore, guerra nucleare, coma e morte non necessariamente in quest’ordine. Quindi non nessuno si stupisca se qualche aereo viola lo spazio aereo, o qualche pezzo di artiglieria impazzisce finendo sulla mucca che pascola allegramente dall’altra parte della linea rossa. Semplicemente i Russi devono tenere gli occhi del mondo su di loro.

La risposta degli USA, non si è fatta attendere. Quando assumi consulenti strategici che sono i “cuggini” del finanziatore della lobby delle armi o affini, sta certo che ti sei fatto affiancare da un perfetto imbecille che fa difficoltà ad fare una presentazione in power point della sua strategia e che impazzisce e si da all’alcolismo urlando come una checca isterica ogni volta che deve processare più di 2 informazioni in croce.  Diversamente non si spiega l’incompetenza in materia di politica estera degli USA. Se sono le lobby a controllare la politica e tu devi fare l’interesse delle lobby non hai la giusta autonomia e raggio di operatività che ti permette di fare cose che abbiano un senso logico.
A quel punto gli USA bussano alle porte della finanza, forse quando gli americani dicevano che l’invasione della Crimea avrebbe avuto un costo, si riferivano a questo, al fatto che sarebbero andati a piangere dai grandi finanzieri di casa negli States. Qui abbiamo un punto forte degli USA il potere finanziario, sicuramente enorme e con un know how che supera di molto quello degli altri paesi. Quindi semplicemente hanno cominciato ad attaccare il Rublo (Soros docet) e la borsa russa*. Putin probabilmente sapeva di non poter fare fronte ad un attacco finanziario, ha accettato la perdita senza fiatare, rischio calcolato probabilmente. Se è vero che la fortuna aiuta gli audaci allora la dea bendata ha dato un “occhio di riguardo” alla Russia. Il danno di speculazione finanziaria ha avuto un effetto che gli USA forse non avevano previsto, il ritorno sulle borse Europee.
Come si vorrà interpretare il parallelismo tra il crollo della borsa russa e svalutazione del rublo e contemporaneo ”down” della borsa europea.
Ok gli USA hanno fatto i furbi, bene, con l’unico risultato di far apparire chiaramente che l’economia europea è in strettissima relazione con quella Russa almeno quanto lo è con quella americana. Bella la globalizzazione nhe?
Risultato?
I media italiani non fanno che annunciare le sanzioni dell’ “occidente”…quale…quale occidente? Gli USA hanno fatto l’annuncio da soli, il possibile attacco finanziario ha irrigidito non poco le posizioni dell’Europa facendo rendere conto a tutti che l’applicazione delle sanzioni sarebbe un’automutilazione (ma non mi dire).  
Tornando a noi, come detto all’inizio, un Europa eccessivamente inerte non fa comodo nemmeno alla Russia, essa deve accettare di partecipare come giocatore attivo nella situazione competitiva e si comporta come il tizio con la coda di paglia che ti metti a chiamare da lontano con “hei tu” e fa finta di non sentire, “chi io?”. Lo scoglio più grande della Russia è proprio coinvolgere l’Europa in modo attivo e spostare il conflitto dal terreno al banco delle trattative. Tutto questo senza che la stessa Europa si porti appresso gli USA.

Non mi ha stupito la decisione della Russia di sciogliere il contratto stipulato con l’Ucraina. Il contratto era di tipo bilaterale, l’Ucraina firmava la concessione per i porti strategici in Crimea alla Russia e la Russia a sua volta concedeva un sostanzioso contratto agevolato per la fornitura del gas a prezzi ridotti. Ora con la Crimea sotto il controllo Russo e le basi coperte dalle forze di Mosca quel contratto può essere sciolto per applicare una sorta di sanzione indiretta nei confronti dell’Ucraina.
Questo genera uno scontento non indifferente, ma è un mezzo come un altro per aumentare la pressione su un’Europa poco collaborativa. Ora ad un tratto tutti si sono ricordati che dall’Ucraina passa il gas destinato all’ Europa. Forse persino gli ucraini se lo sono ricordati e se vorranno che l’Europa faccia qualcosa in loro favore gli basterà chiudere i rubinetti favorendo di fatto la Russia. Insomma la minaccia di una crisi energetica esiste e Putin continuerà le sue operazioni fino a quando l’Europa non metterà il culo sulla sedia delle trattative e la situazione non torna sotto controllo.
La situazione diviene sempre più chiara, alla Russia chapeau per la strategia (il secondo in 2 giorni)
Ah, nota se sperate che tutto si risolva in tempi brevissimi, vi sbagliate, se i russi si aprono subito alle trattative gli USA si prenderebbero il merito di aver fatto le giuste pressione su Europa e Russia risolvendo la situazione mantenendo la leadership. Invece, la Russia deve assicurarsi di dimostrare a tutto il mondo ad eterna memoria che può umiliare l’occidente.
Vassili

*http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=201403030747422274&chkAgenzie=TMFI            

domenica 2 marzo 2014

(Nuove) tipologie di idioti colti




Oggi dopo l’ennesima ascensione di bile, poco salutare, me ne rendo conto, ho deciso isolare l’essenza della subcultura italiana e cercare di dare una ragione al suo essere.

Lo so qualcuno immagina che come molti io sia in conflitto con quelle categorie che fanno dell’ignoranza e della disinformazione una bandiera e che vengono costantemente derisi da chi ha un minimo di cognizione di causa. Categorie come quelle dei complottisti e affini però non mi toccano, discutere con loro e spalare il loro letame, rendendosi conto del fatto ci sarà sempre un surplus di merda ingestibile, lo lascio a chi crede di compiere una missione sacra per la galassia, mascherando  una sorta di coprofilia.

No, ritengo che sia più utile agire e discutere con le classi più colte della società che stanno sviluppando una sorta di morte intellettuale, comprendere le cause di questa staticità della scena intellettuale Italiana ha diminuito l’afflusso di bile lasciando intatto il disprezzo.
Supponiamo che la causa di questa degenerazione sia dovuta principalmente al linguaggio del web che ha vita e regole proprie e progressivamente si adatta al mondo “reale”. Un'altra causa è proprio l’interesse morboso per la merda che circola su internet e della frustrazione che ne segue una volta compreso che essa non potrà mai essere smaltita completamente. Ne segue, un abbassamento generale della cultura.  

La domanda che mi sono posto è…cosa succede dall’altra parte della barricata? Davvero chi è impegnato nel tentativo di salvare la galassia rimane puro e vergine nonostante la sua “missione”?

A quanto pare no.

Internet ha forzato quasi gli utenti ad allinearsi in 3 categorie:
Complottisti e affini, presunti razionali e indifferenti (insomma quelli che usano internet per scaricare foto di gattini pucciosi senza occuparsi di altro o occupandosi di tutt’altro)
Brevemente, la categoria analizzata è quella dei presunti “razionali”. Dividendoli in allegoriche sottocategorie. Le sottocategorie non hanno limiti rigidi, anzi, sono come colori primari su una tavolozza, sovrapposizioni di più categorie e relative sfumature riescono a descrivere un numero straordinariamente vasto di individui.

L’anticomplottista ignorante
Ha una avversione patologica nei confronti dei complottisti che cura con grasse risate e sfottò infiniti. È l’altra faccia del suo nemico e per molti versi ne condivide il disastro intellettuale. Vede complotti ovunque, davvero ovunque. Gli bastano parole chiave come “banche”, “interessi” , “case farmaceutiche” la sua mente le estrapola dal contesto e urla al controcomplotto. Generalmente condivide con il complottista anche l’ignoranza e la chiusura mentale con l’eccezione che, essendo un “alleato” nella lotta alla disinformazione viene perculato molto meno del suo alter ego. Si limita a ripetere in modo pappagallesco quello che sente spesso da fonti più accreditate di quelle dei complottisti, manca di comprensione.

Lo scientista
Saccente e estremamente pericoloso, generalmente a livello scientifico è totalmente incompetente, se non sulla materia che studia almeno sulla filosofia della scienza. Riesce a lanciare in orbita puttanate colossali piegando la scienza come se fosse li a sostegno dei suoi deliri di assolutismo, si crede un Dio sceso in Terra. Generalmente non dura 2 minuti discutendo con una persona competente, che esordisce con un “che cazzo dici cretino” a quel punto magicamente si spegne, se hai le giuste carte sono conigli che ringhiano, vantano logica e razionalità ma semplicemente hanno uno sviluppatissimo bias della conferma intergrato. Da apprezzare è che spesso mantengono l’etichetta, abbandonando la scena con la coda tra le gambe avvisando il mondo intero che si informeranno meglio (applausi)

Lo specializzando in minchiologica
Punta la logica come se fosse un arma contro tutti, crede di avere una testata termonucleare con cui può minacciare l’intero sistema solare, la ostenta nonostante l’unica logica che conosce spesso sia quella dei quiz di cultura generale per l’accesso a medicina. Costruisce castelli di carta immensi che stanno in piedi per una logica che è come il santo graal, nel suo caso, sa solo lui dove sta e a cosa serva. Lo riconosci da chi ha un vera competenza dal fatto che è disposto a fare forzature immense sul ragionamento pur di sostenere le sue idee. Lui non sbaglia mai, lui impugna LA logica. Zittirlo è molto divertente, basta trovare la falla alla base del castello di carte e evidenziare le contraddizioni, per coerenza, se non per logica è costretto ad ammettere di aver sbagliato, oppure ti banna dalla pagina,( Come è successo a me con un noto admin di un blog “ scientifico” con grossi deficit di ragionamento.)   O ancora, sta zitto (stesso admin, la prima volta. La seconda volta mi ha bannato). Riuscire a trovare una falla implica una buona conoscenza della logica stessa quindi assicuratevi di conoscere quella che è utile al vostro fine. Alla fine si renderà conto che la sua testata termonucleare è un cazzo di gomma moscio di plastica cinese.

Il tossico di storia
Vive in simbiosi con i libri di storia, la storia è la sua arma, dorme va in bagno e mangia con un libro di storia pronto al suo fianco. Non importa di cosa si parli, non azzarderà mai alcun tipo di analisi, alcuna proiezione, si limiterà a cercare un evento simile a quello da discutere e appiccicarcelo sopra. Ok, l’excursus, ma poi l’analisi la devi fare. Quando una persona tira fuori la storia in una conversazione e finisce con la storia, per me ha già perso, è un cadavere che cammina. Perde in maniera direttamente proporzionale alla distanza sulla linea temporale  tra i 2 eventi. Inutile zittirlo, non è presuntuoso, può dare utili elementi di riflessione, ma è incapace di proiettarsi oltre. Si riconoscere per l’esposizione di un estenuante elenco di fatti storici che spaccia per analisi. Non ci prende mai, ma proprio mai, soprattutto sulla previsione degli scenari di conflitto internazionali, perché crede in una sorta di dio “storia” entità suprema dotata di scarsa fantasia, crede che gli eventi siano ciclici, in parte lo sono, ma la ciclicità è in larga parte dovuta alla sua disperata ricerca di analogie per inquadrare eventi che non riesce a capire. Il fatto che chi opera sugli scenari internazionali , si occupa di prendere decisioni strategiche, conosca la storia e i suoi retroscena meglio di lui ed eviti accuratamente di ripetere le stesse strategia (pena la prevedibilità) non lo tocca minimamente. Il Dio storia impera e la storia è spesso tutto quello che conosce.

Ragionandoci su, immagino che effettivamente le capacità intellettuali esulino e dalle competenze e dalle posizioni intellettuali assunte. Le menti sono davvero molto poche, le altre semplicemente si limitano a plagiarle.
Di fatto, le persone in grado di fare una analisi corretta degli eventi si possono contare sulla punta delle dita. Nessuno azzarda, pochissimi ci mettono la faccia, molti riescono a scrivere articoli sterminati di nulla e parlare di nulla mischiato con cultura generale con l’aria da intellettuali, ma in sostanza, non dicono un cazzo, nulla che un uomo medio non possa pensare in una giornata tipo di occupazione coatta del gabinetto.

Internet ci ha dato un vantaggio, amplificare l’incompetenza anche di coloro che prima apparivano come la classe intellettuale, il motore di un Paese. 

Sono stati talmente tanto svegli da non riuscire a capire che con i produttori di letame non potevano trattare. Semplicemente si sono adattati a loro, hanno fatto proselitismo e si sono mischiati alla stessa massa ignorante a patto che li sostenesse. La massa ignorante ha fatto il resto, accetta per fede quanto viene detto ma mancano le competenze. Per questo motivo anche i “razionali/razionalisti” hanno un’ ottima fetta di produttori di merda che allargano la massa prodotta provocando il progressivo allontanamento, se non delle menti pensanti, sicuramente di quelle competenti.
Il linguaggio del web ha fatto il resto.

All’inizio i “razionalisti” erano pochi e selezionati, hanno provato tutti l’ebrezza di subire slogan privi di significato a cui rispondevano con papiri lunghi che nessuno si azzardava a leggere. Si sono aggiornati, male, senza una vera strategia e si sono ridotti a estrapolare i concetti principali dai loro papiri e buttarli li facendo spending review su logica e ragionamento, insomma, internet non va mica bene per dialogare soprattutto in spazi con più di 200 utenti attivi.

I concetti estrapolati dai papiri sono diventanti nuovi mantra per coloro che amano duellare sui social senza avere nessuna competenza, incapaci di rispondere adeguatamente a problemi nuovi. Se problemi nuovi si presentano, a quel punto, tornano alla fonte, al totem, alla sacra ancestrale fabbrica delle risposte, con scarsi risultati.
 I complottisti e i loro metodi hanno imbestialito moltissimi oppositori impoveriti da altri incompetenti che da loro si aspettavano un nuovo bignami per contrastare i complottisti stessi, o i vegani, o quello che vi pare.

I razionalisti hanno perso, ma della loro sconfitta non si renderanno mai conto probabilmente, anzi è probabile che non si stiano accorgendo nemmeno che le menti più brillanti li stanno abbandonando proprio perché si stanno corrompendo, logorati dalla loro lotta.
Ad un certo punto gli sembrerà di aver vinto in un certo senso, passeranno anni, e i complottisti noti spesso per lo scarso livello di istruzione verranno confinati ai margini della società, sempre di più, perché inutili alla stessa. Pian piano perderanno forza (per cause di forza maggiore) non certo per merito dei movimenti razionalisti che ormai sono un circo almeno quanto i loro nemici.
Come dico sempre io quando su una questione si formano 2 schieramenti opposti muore il dialogo, le due forze si radicalizzano, inevitabilmente il popolino finisce per infiltrarsi in entrambi e quello, esattamente quello è il momento in cui chiunque abbia un minimo di sale in zucca se la fila, perché l’arrivo del popolino significa l’arrivo dei talebani e delle loro stronzate.

Vassili




sabato 1 marzo 2014

Risiko e Crimea




Ultimamente sono occupato con gli studi quindi mi scuserete le inesattezze e la superficialità. Ho fatto un piccolo giro sul world wide web e ho raccolto informazioni e commenti sui recenti sviluppi della questione Ucraina. Limitando il campo, l’invasione della Crimea da parte della Russia ha dato sfogo alle peggiori cazzate catastrofiste di fantapolitica immaginabili.


cancellate tutto.

L’analogia più semplice che mi viene in mente per spiegare la problematica è una divertente scenetta che tutti gli uomini conoscono, trattare con il proprio partner. Ora, quando io mi siedo per trattare con la mia ragazza mi assicuro sempre di avere qualcosa da poter “spendere”, qualcosa che lei vuole e che posso usare come valuta di scambio sul banco delle trattative. Solo un suicida tratta con una donna senza nulla in tasca, si troverebbe per forza di cosa ad accettare condizioni poco convenienti.
Da un punto di vista diplomatico funziona allo stesso modo. 

Ora, gli USA sono la vostra ragazza, quel protagonista della scena internazionale che conta e punta troppo spesso sul fatto di avere il revolver più grosso del mondo, (risparmiatevi allusioni sessuali). Non importa cosa dicono i fautori della fantaguerra. 

Gli USA hanno i mezzi. A sostegno di questa affermazione, c’è il fatto che la Russia ha compreso che la corsa alle armi era poco conveniente e soprattutto poco pratica impiegando le sue energie sulle azioni diplomatiche. Da una parte la supertecnologia americana delle armi, che non sempre vuol dire efficienza, dall’altra l’economia di forze e il cervello russo.  

Qualcuno potrà opporsi ma l’invasione della Crimea è una fase preparatoria del tavolo delle trattative, la fase in cui chi usa il cervello sa che ha bisogno di qualcosa per negoziare, una assicurazione che gli dia il giusto peso.

La Crimea è un area strategicamente interessante, ma in questo caso, la sua importanza è relativa, semplicemente era facilmente accessibile, per questo la Russia non ha semplicemente schierato le forze lungo il suo confine per esercitare pressione.

Qualcuno già vede una nuova guerra fredda, persino i giornali, semplicemente, falso.
L’invasione della Crimea è stata una geniale mossa preventiva, tanto che gli USA, dopo l’invasione, hanno evitato toni eccessivamente ostili e hanno reagito in modo molto timido. Ok gli Usa hanno perso colpi in Siria e hanno dimostrato la propria incapacità sul piano diplomatico. C’è un altro fatterello interessante. Una volta che perdi peso diplomatico, perché l’Europa ti guarda da dietro una scure di sospetto dopo il datagate (se non ci credete leggete i giornali tedeschi), ti ritrovi a sostenere il tuo peso solo l’apparato militare, perché la tua economia non è proprio in salute. Il peso militare ha un suo senso fino a quando il mondo intero ti crede imbattibile, quindi non puoi rischiare, puoi fare solo guerre contro Paesi con il PIL del Texas dove devi dimostrare che riesci ad annientare tutte le forze SENZA UN GRAFFIO. Ma quando il nemico si fa più grosso, non puoi rischiare, una cosa storta e ti sputtani per l’eternità dei secoli. 

Sic et simpliciter.

Ora alla Russia giova un’Ucraina nell’ UE. In virtù della presenza di una falange russofila che nel caso il Paese entrasse nell’UE voterà candidati russofili. Per la Russia è un po’ come avere una colonia politica in EU.

Quello che non vuole è però perdere il suo peso politico nel caso in cui l’Ucraina entrasse nella NATO. Ma quello che hanno pensato, in modo molto intelligente, è che se hanno la Crimea (con forte presenza Russofila quindi facile da gestire) possono giocarsi sul banco delle trattative con UE e Ucraina, la Crimea stessa e l’integrità strutturale promessa. La cosa interessante è che lasciano fuori gli USA e la minaccia NATO.

Un bel colpo, qualcuno prospetta una guerra, falso. La guerra è già finita, la Russia ha vinto per incompetenza altrui. Ha tagliato fuori gli USA dalle trattative che poco ormai possono contare sui maggiori alleati europei. Da qui, la timidezza politica e la solita solfa retorica degli USA che scacazza da sempre sugli organismi internazionali e li tira fuori quando gli conviene. 

Tuttavia, se gli USA hanno  svuotato del loro potere a tal punto organismi come l’ONU e privato di ogni senso o quasi la NATO, ora che necessita del loro supporto si ritrova con un bilancio deludente.

Che dire per quanto riguarda la Russia…

Chapeau.

giovedì 27 febbraio 2014

KILL..KILL..KILL (Grillinator)





Immaginate un uomo  , anzi, due, che decidono di creare un partito. La prima cosa sui cui dovranno accordarsi è il target del partito stesso. Gli interessi di chi vengono tutelati? Quale la "supply chain" del prodotto politico, e quali i mezzi di diffusione?

Così la catena di distribuzione diventa internet, un canale ancora non saturato dalle forze politiche preesistenti ma soprattutto uno strumento "plastico" che reagisce velocemente ai cambiamenti e, ancora più importante, capace di alleviare quel senso di abbandono e distacco che è un prodotto collaterale della democrazia rappresentativa.

Nascono così Grillo,Casaleggio e associati che impiantano un laboratorio politico in un Paese esasperato. Attraverso internet nasce la "democrazia diretta" e imposta come target le vittime della crisi economica, un substrato destinato ad ampliarsi progressivamente. Abbiamo il target. abbiamo i mezzi di diffusione e la catena di distribuzione.

Cosa manca, cosa manca? Ah! giusto...un programma, ma soprattutto, un nemico.

Il nemico diventa la classe politica corrotta e tutto l'organismo del movimento emergente viene programmato, ingegnerizzato per la distruzione della classe politica. Il movimento quindi nasce da un problema che si propone di risolvere per mezzo di una campagna di epurazione. Si forma l'embrione di una chimera che si nutre e cresce grazie alla spinta di chi ne sostiene la necessità, in una parola, l'elettorato.
Il fenomeno si espande e la chimera cresce e i suoi ideatori, sviluppano una sorta di complesso del creatore che li induce a credere di poter controllare la loro chimera solo perchè essa è stata concepita dalla loro mente. Tutto scorre, il consenso cresce e la chimera si ingrossa, ci sono piccoli e isolati problemi di controllo che vengono risolti con l'eliminazione di appendici di dissenso utilizzando gli stessi strumenti di consenso che hanno reso forte la chimera.

Facciamo un piccolo passo indietro.

La chimera, fin dalla fase embrionale viene programmata per la distruzione, come ogni gruppo rivoluzionario si forma per eliminare un nemico comune. Nel momento in cui riesce a raggiungere il suo obbiettivo, la domanda sorge spontanea, il gruppo rivoluzionario riesce autonomamente, senza esercitare alcun tipo di "lavoro", a riprogrammarsi per fare fronte ai nuovi scenari?
No, purtroppo, la storia ci insegna che se io metto insieme un numero sufficiente di persone con uno scopo comune, anche se questo scopo viene raggiunto l'"organismo" continua a svolgere la sua funzione originale.
Mi spiego meglio.
Analizziamo 2 possibili scenari;
1     
 Il) Il movimento rivoluzionario x nasce per contrastare ed eliminare uno specifico obbiettivo, per  i rivoluzionari russi, all' avvento della rivoluzione, l'obbiettivo da eliminare era la nobilità nella Russia degli zar, ci riescono. Questo ferma le epurazioni? No. L’apparato è programmato per l’eliminazione e continua a svolgere la sua funzione fino a regredire progressivamente e tornare allo stadio embrionale. A questo punto può essere riprogrammato e ne segue un ulteriore espansione. Si viene quindi a configurare un ciclo virtualmente infinito di “espansione/regressione/riprogrammazione/espansione”.

Perché questo accade?

La metafora più azzeccata è quella dell’ alveare. Immaginate un alveare pieno di api che lavorano per uno scopo comune, le api fanno quello che devono fare, perché programmate in un certo modo. Fino a quando possono svolgere il loro lavoro, esse rimangono all’interno dell’alveare. Quando il compito viene svolto senza soluzioni di continuo, a quel punto, una sorta di drenaggio fisiologico svuota progressivamente l’alveare. Nel caso degli esseri umani, quando l’”alveare” è sufficientemente vuoto le interazioni sono abbastanza rade da permettere un vero scambio, un dialogo capace di riprogrammare l’organismo stesso. Ora, una nota.



Se visito il blog di Grillo mi rendo conto che è ancora una sorta di alveare sovraffollato dove ogni divergenza viene appiattita dalle innumerevoli interazioni che circondano il singolo. Cosa coordina ancora le attività dell’alveare quando l’opinione dei singoli è una sorta di soffio in mezzo ad una tempesta (quindi trascurabile)?

Tutto viene tenuto in piedi dal programma originale, fino a quando il programma originale (distruggere.classepolitica.exe) continua a girare. Attenzione, Grillo ha solo l’illusione di controllare la sua creatura e anche molti suoi oppositori  si ostinano a credere in questo suo ipotetico potere. Se Grillo si discostasse dal programma originale, “distruggere la politica” verrebbe epurato a sua volta, per questo continua imperterrito su questa linea arrivando a sfiorare il ridicolo. Facendo così mantiene la sua illusione, lui e Casaleggio CREDONO di tenere le redini della loro chimera. Ma non è così.

A questo punto qualcuno potrebbe dire che non ha senso ciò che dico, perché se il programma originale viene rispettato e continua a girare non si spiega la spaccatura del movimento.

In realtà la rottura deve essere vista in una chiave diversa, come se fosse una sorta di autofagia.

E arriviamo dunque al secondo scenario, cosa succede se il movimento rivoluzionario "y" fallisce miseramente nel suo intento, ossia nell’eliminazione del nemico? Semplicemente continua imperterrito a fare quello che è programmato per fare, distruggere. Quello che si presterà ai nostri occhi in questo caso è una sorta di malattia autoimmune, o meglio, una autofagia, l’organismo si distrugge da solo. Il movimento 5 stelle non è riuscito nel suo intento ma continua a fare quello per cui è programmato, distruggere, anche se stesso. Anche il secondo scenario ha buone evidenze storiche.  

Se l’alveare sopravvive integro fino a quando può svolgere il suo compito, quando non ci riesce il meccanismo si inceppa e continua imperterrito a fare quello che sa fare. Perché il trend non cambia nonostante cambi la situazione?

Semplice, le api che rimangono dentro l’alveare sono quelle che continuano a seguire il programma, il programma non viene intaccato per 2 motivi, il primo è che non è possibile superare l’inerzia, Asimov la chiamava “massa inerziale umana”, se un gruppo folto di persone seguono una direzione la deviazione della traiettoria è tanto più difficile tanto maggiore è la massa inerziale. Il problema è che (hahahahah) questa è la cosa divertente, per cambiare direzione è necessario un dialogo che non può esserci se la massa è troppo grande, quindi il mondo cambia intorno a te e tu non riesci a deviare la traiettoria della massa umana per fargli fare qualcosa di produttivo adattandosi alla situazione.
Il secondo motivo risulta essere ancora più intuitivo, se le api restano nell’alveare sono costrette a girare con il programma dell’alveare stesso.

Questo è il concetto base che spiega abbastanza bene perché nonostante la situazione intorno cambi un numero enorme di persone pare non se ne accorgano. Se ne accorgeranno quando rimarranno in 2 o 3000 persone e potranno guardarsi negli occhi.
Le api che escono progressivamente dall’alveare del M5S non escono perché il programma non viene rispettato, ma perché l’autofagia li spaventa, ma l’elettorato RIMANE. Una spaccatura nel M5S? Forse, ma chi rimane all’interno dell’alveare è perché è disposto ad accettare il programma originale, chi è fuori, è fuori, esce dal sistema non influisce in modo determinante.

Chi auspica la fine del M5S dopo le recenti epurazioni si copre di ridicolo, perché quando Grillo vedrà che sta perdendo consensi non ci sarà nessun collasso ma semplicemente un drenaggio fisiologico fino a che non restano in pochi, si guardano negli occhi e la strategia viene rielaborata, il drenaggio post epurazioni è ancora insufficiente per permettere il verificarsi di questi scenari, mettetevi l’anima in pace. Arriverà il giorno in cui forse arriveranno al dialogo, ma a quel punto il M5S non sarà più un vero problema perché non supererà lo sbarramento.

Una cosa però dobbiamo imparare da questa esperienza, che nessuno può controllare davvero una chimera e che bisogna stare attenti a come la si programma, proprio perché se essa cresce è possibile cavalcarla, ma il programma che la fa girare deve essere costruttivo, non distruttivo perché la riprogrammazione è estremamente difficoltosa.

Morale della favola:
Se volete sedervi su un drago, assicuratevi che sia addestrato bene.