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Navigando sul web mi sono imbattuto nei rancori di moltissimi italiani sul caso FCA (ex FIAT) e lo spostamento della sede legale e finanziaria. Lo scontento maggiore deriva dal fatto che enormi risorse statali sono state impiegate per sostenere economicamente un’industria miope che non sapeva e non sa tenere testa alle concorrenti sul mercato europeo.
http://www.uilmpotenza.it/finanziamenti_statali_fiat.htm
Se qualcuno pensava che la Fiat stesse facendo una mossa balorda nei confronti dello Stato italiano deve capire che non solo è così, è peggio di così, ma le motivazioni ci sono tutte.
Consideriamo due punti essenziali:
1. La FIAT nel tempo è diventata una estensione di quella politica assistenzialista, passiva e mantenuta. Questo, in sintesi, ha portato la stessa FIAT a smettere di voler essere competitiva sul mercato e ha messo i progetti di R&D nel solito cassetto di competenza di nessuno.
2. Il punto 1 ha avuto come diretta conseguenza la mancanza di competitività soprattutto rispetto ai prodotti tedeschi.
Conseguenza di questi 2 avvenimenti è che progressivamente si perde mercato nella zona euro con un bel margine di distacco tecnologico difficile da colmare. Se Marchionne vi prende per il deretano dicendo che è il momento di creare una industria globale che guardi non solo all’Europa ma al mondo intero, facendolo passare come un atto virtuoso, in fondo la sua figura può essere riassunta benissimo con l’immagine di un re che posa sul suo capo una corona d’oro, ma si allontana dalla battaglia cavalcando un asino, il tutto gridando “tornerò un giorno con un destriero vero!”
Se si prestasse un minimo di attenzione, sarebbe chiaro a tutti che Marchionne non sta andando a conquistare l’America, ma sta scappando dall’Europa. Fugge perché sa benissimo che il divario tecnologico avanza e l’industria italiana non è in grado di colmare il divario.
Cosa si fa allora?
All’inizio ho pensato che Marchionne avesse una roadmap a lungo termine che prevedesse di sfruttare i mercati emergenti del Sudamerica inondandoli di quei vecchi bidoni con motori americani che consumano quanto un transatlantico dove il prezzo della benzina è un ancora un problema inesistente o quasi dato che parliamo di paesi produttori di greggio come il Venezuela. Da qui, sfruttare il nuovo mercato per investire su R&D e far diventare l’Italia un polo di ricerca automobilistica trattenendo i molti cervelli che scappano da un Paese che sprofonda nel terzo mondo. L’America in fondo, è un ponte ottimale forse non tanto come mercato ma come infrastrutture dato che il governo spende miliardi per potenziarle e permettere alle grosse società sul suolo USA di essere competitive.
http://www.ilgiornale.it/news/usa-sgravi-e-investimenti-obama-investe-50-miliardi-nuove.html
L’Italia in questo progetto avrebbe dovuto resistere fino a che il principino sull’asino non fosse tornato dicendo “hei sono anni che investiamo ora abbiamo le tecnologie e progetti capaci di renderci competitivi”. A quel punto, rilanciarsi sul mercato europeo usando l’Italia come ponte sull’Europa.
Poi…poi…poi mi sono ricordato che l'intelligenza non brilla in casa FIAT.
Quindi, molto probabilmente, si limiterà a un cross Italia-America che prevede la creazione di chimere a metà tra i transatlantici americani uniti ai pessimi progetti fiat, anche perché deve ammortizzare l’acquisto di Chrysler che diciamolo non era proprio in salute, anzi.
Chi se lo ricorda questo cesso di crossover?
http://www.ultimissimeauto.com/la-fiat-freemont-una-americana-che-consuma-piu-di-una-mercedes/
Anche se, ad onor del vero si vaneggia circa l’acquisto di motori ibridi da Toyota e per l’Italia che avrebbe dovuto svolgere un ruolo chiave nello sviluppo di nuove tecnologie non è una buona notizia.
La cosa peggiore è che sta incrementando anche in Italia lo stesso cancro che affligge gli USA per cui Obama dovrà fare qualcosa prima o poi o dovrà alzare il tetto del debito a vita. Questo cancro nasce dal principio del libero mercato (ora vi piace ancora?) che prevede che io possa usufruire delle infrastrutture di un Paese e pagare le tasse in un altro che ha molte agevolazioni fiscali, i cosiddetti paradisi fiscali e l’Inghilterra insieme a Cipro, sono quelli più rappresentativi in Europa insieme alla Svizzera.
I figli della corona, dopo aver permesso alla finanza di ridurre in cenere l’industria Inglese spostando gli investimenti sulle attività finanziarie, stanno ben pensando di disintegrare quella altrui, ma non è colpa degli Inglesi che poverini ormai di finanza e quasi solo di quella vivono.
Qui si genera il paradosso, come negli USA, Obama promette di potenziare le infrastrutture spendendo miliardi per far crescere società che si arricchiscono versando contributi all’estero. I soldi spesi però non torneranno mai dato che chi usufruisce maggiormente delle infrastrutture (le grosse società) non versano contributi allo Stato.
Quindi, stanno sempre li a chiedersi per quale cazzo di motivo si trovano sempre ad investire e i conti non quadrano, alla fine ci rimettono i pesci piccoli, il piccolo imprenditore, il dipendente e l’operaio su cui i costi vengono ammortizzati, da li l’aumento della pressione fiscale ecc.
Ora se speravate che la Fiat avesse smesso di succhiare denaro all’Italia vi sbagliate di grosso. Il rovescio della medaglia è che questo atteggiamento contribuisce a contrarre il mercato sia USA che Italiano stringendo tra incudine e martello le stesse industrie.
In sintesi la FCA pagherà per queste sue scelte vedendosi contemporaneamente ridurre le quote di mercato da entrambe le parti. Quindi, un niente di fatto. Chi parassitava continuerà a parassitare e nel giro di pochi anni l’economia reale presenterà il conto a questi atteggiamenti,
l’Italia è la nuova America, stessa patologia, un libero mercato sfrenato che sfrutta le risorse di un paese regalando in cambio lavoro su cui si scaricano le loro politiche neoliberiste. Un circolo vizioso che riporterà la FCA al punto di partenza.
Dall’altra parte ci sono i giapponesi che sono anni avanti per tecnologia e sviluppo e se Marchionne sperava di scappare dalla Mercedes e dalla BMW si renderà conto che i giapponesi non sono bravi solo a fare i Manga e che i concorrenti ci sono ovunque.