Immaginate un uomo , anzi, due,
che decidono di creare un partito. La prima cosa sui cui dovranno
accordarsi è il target del partito stesso. Gli interessi di chi vengono
tutelati? Quale la "supply chain" del prodotto politico, e quali i
mezzi di diffusione?
Così la catena di
distribuzione diventa internet, un canale ancora non saturato dalle forze
politiche preesistenti ma soprattutto uno strumento "plastico" che
reagisce velocemente ai cambiamenti e, ancora più importante, capace di
alleviare quel senso di abbandono e distacco che è un prodotto collaterale
della democrazia rappresentativa.
Nascono così
Grillo,Casaleggio e associati che impiantano un laboratorio politico in un
Paese esasperato. Attraverso internet nasce la "democrazia diretta" e
imposta come target le vittime della crisi economica, un substrato destinato ad
ampliarsi progressivamente. Abbiamo il target. abbiamo i mezzi di diffusione e
la catena di distribuzione.
Cosa manca, cosa manca?
Ah! giusto...un programma, ma soprattutto, un nemico.
Il nemico diventa la
classe politica corrotta e tutto l'organismo del movimento emergente viene
programmato, ingegnerizzato per la distruzione della classe politica. Il
movimento quindi nasce da un problema che si propone di risolvere per mezzo di
una campagna di epurazione. Si forma l'embrione di una chimera che si nutre
e cresce grazie alla spinta di chi ne sostiene la necessità, in una parola,
l'elettorato.
Il fenomeno si espande e
la chimera cresce e i suoi ideatori, sviluppano una sorta di complesso del
creatore che li induce a credere di poter controllare la loro chimera solo
perchè essa è stata concepita dalla loro mente. Tutto scorre, il consenso
cresce e la chimera si ingrossa, ci sono piccoli e isolati problemi di
controllo che vengono risolti con l'eliminazione di appendici di dissenso
utilizzando gli stessi strumenti di consenso che hanno reso forte la chimera.
Facciamo un piccolo passo
indietro.
La chimera, fin dalla
fase embrionale viene programmata per la distruzione, come ogni gruppo
rivoluzionario si forma per eliminare un nemico comune. Nel momento in cui
riesce a raggiungere il suo obbiettivo, la domanda sorge spontanea, il gruppo
rivoluzionario riesce autonomamente, senza esercitare alcun tipo di
"lavoro", a riprogrammarsi per fare fronte ai nuovi scenari?
No, purtroppo, la storia
ci insegna che se io metto insieme un numero sufficiente di persone con uno
scopo comune, anche se questo scopo viene raggiunto l'"organismo"
continua a svolgere la sua funzione originale.
Mi spiego meglio.
Analizziamo 2 possibili
scenari;
1
Il) Il movimento rivoluzionario x nasce per contrastare ed eliminare uno
specifico obbiettivo, per i rivoluzionari russi, all' avvento della rivoluzione,
l'obbiettivo da eliminare era la nobilità nella Russia degli zar, ci
riescono. Questo ferma le epurazioni? No. L’apparato è programmato per l’eliminazione
e continua a svolgere la sua funzione fino a regredire progressivamente e tornare
allo stadio embrionale. A questo punto può essere riprogrammato e ne segue un
ulteriore espansione. Si viene quindi a configurare un ciclo virtualmente
infinito di “espansione/regressione/riprogrammazione/espansione”.
Perché questo accade?
La metafora più azzeccata è quella dell’
alveare. Immaginate un alveare pieno di api che lavorano per uno scopo comune,
le api fanno quello che devono fare, perché programmate in un certo modo. Fino a
quando possono svolgere il loro lavoro, esse rimangono all’interno dell’alveare.
Quando il compito viene svolto senza soluzioni di continuo, a quel punto, una
sorta di drenaggio fisiologico svuota progressivamente l’alveare. Nel caso
degli esseri umani, quando l’”alveare” è sufficientemente vuoto le interazioni
sono abbastanza rade da permettere un vero scambio, un dialogo capace di
riprogrammare l’organismo stesso. Ora, una nota.
Se visito il blog di Grillo mi rendo conto
che è ancora una sorta di alveare sovraffollato dove ogni divergenza viene
appiattita dalle innumerevoli interazioni che circondano il singolo. Cosa
coordina ancora le attività dell’alveare quando l’opinione dei singoli è una
sorta di soffio in mezzo ad una tempesta (quindi trascurabile)?
Tutto viene tenuto in piedi dal programma
originale, fino a quando il programma originale (distruggere.classepolitica.exe) continua a girare. Attenzione, Grillo ha solo l’illusione di controllare la sua creatura e anche molti suoi
oppositori si ostinano a credere in
questo suo ipotetico potere. Se Grillo si discostasse dal programma originale, “distruggere
la politica” verrebbe epurato a sua volta, per questo continua imperterrito su
questa linea arrivando a sfiorare il ridicolo. Facendo così mantiene la sua
illusione, lui e Casaleggio CREDONO di tenere le redini della loro chimera. Ma
non è così.
A questo punto qualcuno potrebbe dire che
non ha senso ciò che dico, perché se il programma originale viene rispettato e
continua a girare non si spiega la spaccatura del movimento.
In realtà la rottura deve essere vista in
una chiave diversa, come se fosse una sorta di autofagia.
E arriviamo dunque al secondo scenario,
cosa succede se il movimento rivoluzionario "y" fallisce miseramente nel suo
intento, ossia nell’eliminazione del nemico? Semplicemente continua
imperterrito a fare quello che è programmato per fare, distruggere. Quello che
si presterà ai nostri occhi in questo caso è una sorta di malattia autoimmune,
o meglio, una autofagia, l’organismo si distrugge da solo. Il movimento 5
stelle non è riuscito nel suo intento ma continua a fare quello per cui è
programmato, distruggere, anche se stesso. Anche il secondo scenario ha buone
evidenze storiche.
Se l’alveare
sopravvive integro fino a quando può svolgere il suo compito, quando non ci
riesce il meccanismo si inceppa e continua imperterrito a fare quello che sa
fare. Perché il trend non cambia nonostante cambi la situazione?
Semplice, le api
che rimangono dentro l’alveare sono quelle che continuano a seguire il
programma, il programma non viene intaccato per 2 motivi, il primo è che non è
possibile superare l’inerzia, Asimov la chiamava “massa inerziale umana”, se un
gruppo folto di persone seguono una direzione la deviazione della traiettoria è
tanto più difficile tanto maggiore è la massa inerziale. Il problema è che
(hahahahah) questa è la cosa divertente, per cambiare direzione è necessario un
dialogo che non può esserci se la massa è troppo grande, quindi il mondo cambia
intorno a te e tu non riesci a deviare la traiettoria della massa umana per
fargli fare qualcosa di produttivo adattandosi alla situazione.
Il secondo
motivo risulta essere ancora più intuitivo, se le api restano nell’alveare sono
costrette a girare con il programma dell’alveare stesso.
Questo è il
concetto base che spiega abbastanza bene perché nonostante la situazione
intorno cambi un numero enorme di persone pare non se ne accorgano. Se ne
accorgeranno quando rimarranno in 2 o 3000 persone e potranno guardarsi negli
occhi.
Le api che
escono progressivamente dall’alveare del M5S non escono perché il programma non
viene rispettato, ma perché l’autofagia li spaventa, ma l’elettorato RIMANE.
Una spaccatura nel M5S? Forse, ma chi rimane all’interno dell’alveare è perché è
disposto ad accettare il programma originale, chi è fuori, è fuori, esce dal
sistema non influisce in modo determinante.
Chi auspica la
fine del M5S dopo le recenti epurazioni si copre di ridicolo, perché quando
Grillo vedrà che sta perdendo consensi non ci sarà nessun collasso ma
semplicemente un drenaggio fisiologico fino a che non restano in pochi, si
guardano negli occhi e la strategia viene rielaborata, il drenaggio post
epurazioni è ancora insufficiente per permettere il verificarsi di questi
scenari, mettetevi l’anima in pace. Arriverà il giorno in cui forse arriveranno
al dialogo, ma a quel punto il M5S non sarà più un vero problema perché non supererà
lo sbarramento.
Una cosa però
dobbiamo imparare da questa esperienza, che nessuno può controllare davvero una
chimera e che bisogna stare attenti a come la si programma, proprio perché se
essa cresce è possibile cavalcarla, ma il programma che la fa girare deve
essere costruttivo, non distruttivo perché la riprogrammazione è estremamente
difficoltosa.
Morale della
favola:
Se volete sedervi
su un drago, assicuratevi che sia addestrato bene.