La teoria del pozzo nero
I recenti avvenimenti in Siria hanno portato a un nuovo picco dei prezzi del petrolio, fino a qui, nulla di strano, la cosa era perfettamente prevedibile.
Qualcuno mi ricordava che la Siria manca di quei grossi giacimenti petroliferi, che invece possono vantare tutti quei Paesi che hanno subito l’invasione americana, per un motivo o per un altro.
Fino a qui, tutto bene. Mi è stato fatto notare che non essendoci petrolio in Siria l’ aumento del greggio è ingiustificato.
Ogni trader, professionista e non, può confermare che l’aumento del prezzo del petrolio è uno schema ricorrente quando gli scenari politici cominciano a diventare fortemente instabili.
“Resta da definire se gli eventi siano ricorsivi perché tutti questi investitori sono influenzati dalla medesima psicologia collettiva che caratterizza particolari eventi, o se è la stessa convinzione della ciclicità a dirigere gli investimenti in un determinato modo.”
Io sono dell’idea che le due cose si sovrappongono.
Allora cosa potrebbe mai giustificare un tale aumento dei prezzi, se non una pura speculazione?
Perché di questo si tratta, di pura speculazione.
Questo deve farci riflettere.
La borsa sa essere un validissimo indicatore delle speculazioni, ma non è altrettanto efficace come strumento di misura dell’economia reale, anzi, non c’è nulla di più distante.
Cominciamo dicendo che il “liberissimo mercato finanziario” non è poi davvero libero, basta considerare che chi possiede grossi capitali è in grado di cambiare sensibilmente il livello dei prezzi.
Abbiamo il classico “parco buoi” a cui segue nell’ immediato, una corsa all’ oro da parte dei piccoli investitori e si conclude con la fase del “cerino”. L’ultima fase vede i “pesci piccoli” perdere gran parte dei loro investimenti.
Questo perché moltissimi ignorano, o nell’euforia fingono di dimenticare, uno degli assiomi del trading:
BUY THE RUMOR, SELL THE FACT
Come in quel gioco che facevamo da piccoli, quando c’erano 4 o 5 sedie e tutti giravano intorno mentre la musica suonava. Poi la musica finiva e rimaneva sempre qualcuno in piedi come un fesso. La ritengo una validissima metafora.
A volte sorrido quando sento il TG che recita il solito copione:
“Oggi alla Borsa di Milano sono stati bruciati X miliardi”.
I soldi, non hanno mica la proprietà di sparire, nel trading i soldi non spariscono mai. Ripeto, MAI!
Questo che vi sto dicendo non deve essere inteso come una criminalizzazione della borsa, ma un invito alla prudenza. Non amo le prese di posizione, semplicemente ho come principio fondamentale, quasi una massima di vita la seguente frase:
LA REALTà è MITE
A volte forse troppo, a volte più di quanto vorremmo.
I soldi, come ho detto, non spariscono, ma si muovono molto velocemente. Questo principio mi ha fatto guardare con molta preoccupazione il crollo delle quotazioni industriali. Dove sono finiti questi soldi?
Voglio azzardare l’ipotesi che siano finiti ad ingrossare le quotazioni delle attività finanziarie, che anche in tempi di crisi raramente hanno registrato perdite significative. Indicativo infatti è stato il ruolo dell’”informazione” nel determinare lo spostamento di capitali.
La realtà è mite e spesso le realtà si sovrappongono.
Se io dicessi che il settore industriale va male, probabilmente farei desistere molti dall’investire su questo. Diciamo pure che continuando ad affermarlo genererei un’ondata di vendite che porterebbe ad un picco a ribasso dei prezzi.
Alla fine, quasi con aria soddisfatta affermerei: “visto"? "L’industria va male, guardate la borsa”.
Qualcosa che potrebbe non avere un valore significativo sul piano reale, un “rumore”, una diceria, può determinare quella cascata di eventi capaci di trasformare una pura speculazione, una semplice informazione parziale e inesatta in realtà inconfutabili.
Chiedetevi ora, in mano a chi sono i giornali. Probabilmente avrete le risposte che cercate.
Ovviamente prima perderete la ragione per le innumerevoli scatole cinesi che caratterizzano il mondo della finanza e non solo.
Il bello è che la mistificazione della realtà assume forme mostruose quando ci si imbatte in catastrofi di varia natura, dalle Torri Gemelle allo scandalo MPS fino alla crisi finanziaria internazionale.
Quello che appare abbastanza chiaro, è che il mondo della finanza non è proprio limpido, anzi, tutto il contrario. Si passa da strumenti finanziari che implicano rischi altissimi, come nel caso dei “derivati tossici”, fino a manovre speculative al limite della legalità.
Insomma la finanza, come molti altri settori, ha uno straordinario assortimento di cadaveri nell’ armadio.
I problemi non cominciano con l’evento che mette in crisi la stabilità politica ed economica. I problemi si accumulano, gli scandali vengono archiviati, divengono “DISASTRO POTENZIALE” fino a quando l’ evento inaspettato rompe la “diga di segreto” che impedisce alle conseguenze di verificarsi.
Può succedere domani, la catastrofe se si è fortunati è circoscritta, ma crea un pericoloso precedente. Scoperchia il piccolo pozzo, che diventa voragine e a quel punto...
si coglie l’occasione al balzo!
Tutti coloro che avevano quella infinita catasta di carcasse segreta cominciano a muoversi, come dei piccoli monatti, portando tutta la loro merda a tacere sfruttando quel piccolo pozzo che diventa voragine. Ora hanno il loro alibi.
La benzina è schizzata alle stelle?...colpa dell’11 settembre
Il settore bancario è in crisi? Mica perché hanno fatto i cazzi loro, è colpa del caso MPS che ha generato sfiducia nelle banche.
Abbiamo fatto una marea di cazzate? Si, ma vuoi mettere la crisi economica internazionale?
“oh bello! È internazionale, mica è colpa nostra eh?”
In questo modo si crea una catasta di merda, ma è la merda di nessuno, le colpe si dissolvono e alla fine a coprire chi è?
Lo Stato, lo Stato chi?
Lo Stato noi ovviamente ;) che domande…
La realtà è mite, spesso le realtà si sovrappongono, la causa diventa effetto e l’effetto diventa la causa.
Vassili.
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